La repubblica delle idee mi intervista

repubblica delle idee

Riporto una mia intervista pubblicata sul sito della Repubblica delle Idee.
Ci hanno chiesto di partecipare all’evento nella parte dedicata all’innovazione, il Collettivo Senzaslot di cui faccio parte ha scelto di mandare me.
Il 29 marzo al teatro piccolo di Milano andrò a raccontare la nostra idea di innovazione e di progresso.

Qui c’è anche una mia foto.

“Il caffè è più buono in un bar senza slot”

Pietro Pace è il fondatore di Senza Slot, il sito che raccoglie i locali virtuosi che si oppongono al gioco d’azzardo. In questo momento sul portale ci sono più di 2600 segnalazioni
di GIAMPAOLO COLLETTI
@gpcolletti

Volete scoprire che gusto ha un caffè in un bar senza slot? Andate online e trovate il bar più vicino a casa vostra. “Se non ci sono slot il caffè è migliore, non ci sono tracce di mafia e di profitto fatto sulle spalle della povera gente”, afferma Pietro Pace, co-autore del sito. Per Pietro sono proprio le persone in difficoltà che spesso cadono nella trappola del gioco d’azzardo. “I poveri diventano sempre più poveri e i pochi ricchi che gestiscono il gioco d’azzardo in Italia diventano sempre più ricchi”, afferma. Anche Pietro Pace sarà protagonista al “Next – Repubblica delle Idee” il prossimo 29 marzo al teatro Piccolo di Milano.

Pietro, come è nata l’idea di Senza Slot? Quanti locali state monitorando?
“Abbiamo provato a dare una risposta radicale al dramma delle slot machine che sta attanagliando la città di Pavia in cui viviamo io e gli altri membri del collettivo. Lavorando sul web ho pensato di dare il mio contributo alla causa con un sito internet. In questo momento sul nostro sito ci sono 2600 bar senza slot segnalati, ma le segnalazioni crescono giornalmente”.

Voi definite il vostro progetto “un incoraggiamento per chi resiste alla tentazione di risolvere i problemi giocando compulsivamente”.
“Il frame che si è diffuso di più in questi anni è “ti piace vincere facile?”, noi rispondiamo che è meglio vincere difficile, guadagnandosi un lavoro con uno stipendio dignitoso, più diritti, meno precarietà e magari anche una pensione decente. La lotta per un mondo migliore può cambiarti la vita, non un colpo di fortuna”.

C’è anche un messaggio di tipo culturale nella vostra scelta?
“Il solo “gioco” di cui si parla sui media italiani è il gioco d’azzardo. Anche i quiz televisivi si stanno sempre più trasformando da giochi di cultura e abilità in giochi di fortuna e azzardo. Bisogna invertire la tendenza culturale a partire dalle scuole, promuovendo i giochi “divertenti” ed educativi, ad esempio i giochi da tavolo che in Italia sono troppo spesso snobbati”.

Le cosiddette macchinette secondo voi “mangiano” anche il valore della socialità?
“Sì, soprattutto quelle nei bar. I bar in Italia sono sempre stati il luogo di socialità per eccellenza. Il gioco d’azzardo, sotto forma di macchinette, esprime proprio il contrario della socialità: la modalità stessa di fruizione è isolante e soprattutto molto poco divertente. Per non parlare poi dell’isolamento in cui ci si trova dopo aver perso tutto lo stipendio o la pensione…”.

Che ruolo ha la Rete nel vostro progetto?
“Noi non ci siamo mai illusi che la rete possa sostituirsi alle strutture reali. Per fare una campagna come questa sono necessari attivisti in carne e ossa. Il nostro sito non chiede Like, chiede uno sforzo maggiore fatto di consumo critico e voglia di cambiare le cose, in maniera radicale, partendo dal basso. La rete è necessaria ma non sufficiente”.