Singolo agente o multi-agente? Come complicarsi la vita (o no) usando l’AI su Azure

bot al bar star wars style

Nel mondo meraviglioso dell’intelligenza artificiale, dove ogni tool promette miracoli e ogni architetto cloud si sente un po’ Tony Stark, arriva il momento della scelta strategica: usare un solo agente AI o metterne in campo una squadra intera?
Spoiler: non c’è una risposta semplice. Però c’è questo articolo.

Il singolo agente: l’introverso operativo

Un singolo agente è come quell’amico nerd che fa tutto da solo, non chiede mai aiuto e finisce per avere ragione. In pratica, è un’entità unica che ingloba logica, strumenti, memoria, esecuzione e tutta la fatica, senza suddividere nulla.

Perché sceglierlo:

  • Il problema è chiaro e contenuto. Niente caos, niente incertezze.
  • Serve un prototipo rapido da far vedere al capo prima che cambi idea.
  • L’infrastruttura deve restare leggera, senza microservizi che parlano tra loro come in una riunione che poteva essere un’email.

Pro: semplice, veloce, meno costoso.
Contro: non scala bene se il sistema cresce o diventa troppo intelligente per il suo stesso bene.

In sintesi: un agente solo è perfetto quando vuoi evitare l’ansia da architettura distribuita e preferisci fare le cose funzionare senza invocare sei orchestratori, tre service bus e un middleware con opinioni.

I multi-agenti: la squadra (forse) vincente

Quando la complessità aumenta, e ti accorgi che un singolo agente sta cercando di fare tutto come uno stagista lasciato solo in azienda, allora si apre il meraviglioso mondo dei multi-agenti.

Qui ogni agente ha il suo ruolo: c’è chi ragiona, chi cerca informazioni, chi prende decisioni, chi esegue azioni. Una piccola società a responsabilità limitata di cervelli digitali.

Quando conviene usarli:

  • Hai bisogno di separare compiti, domini, responsabilità.
  • Vuoi creare una pipeline con fasi distinte e specializzate.
  • Le limitazioni di sicurezza o di governance ti impongono di isolare certe funzioni (tipo: questo agente non deve mai accedere a certi dati, quell’altro non deve fare certe chiamate).

Pro: flessibilità, scalabilità, divisione chiara del lavoro.
Contro: orchestrazione complessa, aumento di latenza, rischio di confusione inter-agente, malumori nel team virtuale.

E no, non si parla di “collaborazione tra agenti” nel senso carino del termine. Parliamo di sistemi che si scambiano messaggi, interpretano ruoli e si sincronizzano peggio di una rock band durante le prove.

La regola aurea di Microsoft (più o meno)

La documentazione di Azure è gentile ma decisa: parti da un singolo agente. Se non basta, passa alla soluzione distribuita. Prima dimostra il valore, poi scala. Perché ogni nuovo agente è una nuova fonte di complessità, bug e ticket di assistenza che nessuno vuole aprire.

Microsoft dice: prototipa. Misura. Fai esperimenti. E solo quando ti serve davvero, costruisci il tuo piccolo esercito di AI agent.

Conclusione non richiesta ma utile

Non è una gara a chi ha più agenti. Non vinci nulla a fare un’architettura troppo sofisticata se bastava un agente solo e un po’ di dignità.
Ma non ti conviene nemmeno forzare tutto dentro un unico mega-agente che diventa ingestibile dopo una settimana.

Come sempre, l’equilibrio è la vera intelligenza. Artificiale o no.

Ho fatto pure un piccolo disegnigno per quelli un po’ così…

1. Singolo agente: tutto in uno (anche l’ansia)
+-------------------------------------------------------+
|                   SINGLE AGENT SYSTEM                 |
|  +-----------------------------------------------+    |
|  |   +------------+   +-------------+           |    |
|  |   |  Input     |-->| Reasoning   |           |    |
|  |   +------------+   +-------------+           |    |
|  |          |                |                  |    |
|  |   +------------+   +-------------+           |    |
|  |   |  Memory    |<--|  Execution   |<---------|    |
|  |   +------------+   +-------------+           |    |
|  +-----------------------------------------------+    |
+-------------------------------------------------------+

È come un coltellino svizzero: fa tutto, ma occhio a non piegarlo.

Tutto accade dentro un unico processo.

Più facile da gestire, ma diventa rapidamente ingombrante se il carico aumenta.

2. Multi-agente: ognuno fa la sua parte (forse)
+------------------+     +------------------+     +------------------+
|    AGENT A       |     |    AGENT B       |     |    AGENT C       |
|  Task: Input     |     | Task: Reasoning  |     | Task: Execution  |
+--------+---------+     +--------+---------+     +--------+---------+
         |                          |                         |
         v                          v                         v
+-------------------------------------------------------------------+
|                         COMMUNICATION LAYER                      |
|        (messages, tasks, results, apologies, blame)              |
+-------------------------------------------------------------------+
                              |
                              v
                   +------------------------+
                   |     Shared Memory      |
                   |   (or isolated stores) |
                   +------------------------+

Ogni agente ha un compito specifico.

La comunicazione è il cuore (e la fonte di problemi).

Bello per scalare e isolare, ma attenzione al circo: se uno cade, l’effetto domino è reale.

Fonte: https://learn.microsoft.com/en-us/azure/cloud-adoption-framework/ai-agents/single-agent-multiple-agents

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